venerdì 20 giugno 2008

Momenti difficili nella vita di una food stylist


Oggi è stata una giornata impegnativa.

Mi reco, da brava impiegata del visual food, presso lo studio fotografico dove stiamo scattando un lavoro e scopro che nel giro di qualche ora avrei dovuto fare appello a tutte le mie risorse psicofisiche.

Sì, perché anche le food stylist hanno dei punti deboli.

Il mio è il fegato.

Nel senso che mi fa proprio schifo.

Dopo anni di strade meravigliosamente separate e di uno strepitoso ignorarsi a vicenda, ecco che scopro che quella sostanza che alcuni temerari si ostinano a mangiare, sarebbe dovuta venire a contatto con me con la risibile scusa di uno scatto di food arbitrariamente chiamato ricetta.

Ce la posso fare. Ce la posso fare. Ce la posso fare.

E' un pezzo di carne come un altro. Ce la posso fare.

Ah, il training autogeno!

E infatti alla fine ce l'ho fatta.

Senza grossi trucchi, peraltro, se si eccettuano dettagli invero trascurabili, quali i guanti di gomma spessa modello donna delle pulizie, il quadruplo strato di carta da forno con cui ho foderato il tagliere e l'utilizzo di strumenti rigorosamente usa e getta.

Tutto bene quindi. La sedicente ricetta è stata immortalata ad imperitura memoria del mio atto eroico, io sono sopravvissuta parrebbe senza grandi traumi e il protagonista di questa storia (l'altro, non io) mi ha persino usato la cortesia di non olezzare come suo solito.

Non siete commossi?

1 commento:

Anonimo ha detto...

ci vuole tanto fegato per maneggiare il fegato.

U2