sabato 18 agosto 2007

Pane e sushi

INTERNO GIORNO, sala di un ristorante -
Seduti ad un tavolo, da un lato una coppia sui sessant'anni, dall'altro una giovane donna sulla trentina.

Il provvidenziale ristorante, curioso esemplare di fusion estrema, dispone di un menù siciliano, uno coreano e uno giapponese (sic), ed è pertanto in grado di soddisfare sia le esigenze conservatrici della coppia che la tossicodipendenza da sushi della giovane donna, che infatti non esita ad ordinarne una discreta quantità, con visibile soddisfazione.
Non appena il cameriere lo porta in tavola, la coppia si trova faccia a faccia con una portata di sushi per la prima volta nella vita.

uomo: (sinceramente stupito) Ma si mangia?
giovane donna: E' sushi, papà.
uomo: ...
giovane donna: Vuoi assaggiare?
uomo: Ma quella roba bianca cos'é? Mollica di pane?
giovane donna: No, papà, è riso.
uomo: Ah. Sembra mollica di pane.
giovane donna: Assaggia, è buono!
uomo: (nicchia) mmph... non so se sono pronto...
govane donna: Non sai cosa ti perdi! E' buonissimo! (intinge un pezzo di sushi nella soia e lo mangia)
uomo: (stupito) Ma lo mangi così? Senza pane?
giovane donna: (sorride) Papà, si mangia così il sushi!
uomo: (alla moglie) Hai visto questi piatti moderni? No no, non fa per me!
donna: (conciliante) Si, però è bello da guardare.



giovedì 21 giugno 2007

Presentazione a Cagliari




Venerdì 22 giugno 2007 - h 19.00

a Cagliari, presso la Libreria Zonza

nel Largo Carlo Felice 76


Presentazione del volume:



In cucina con la maga delle spezie

di Roberta Deiana



presenta Vito Biolchini

Interverrà l'Autrice.



venerdì 15 giugno 2007

Après moi, le buffet


Noi vecchi tossicopedipendenti da aperitivo, si che ne abbiamo visti.

Ne abbiamo visti di scarni, al minimo sindacale di arachidi-patatine-olive; ne abbiam visti di raffazzonati, con i resti del menù del pranzo che avremmo ricostruito ad occhi chiusi, noi paleontologi dell'insalata russa; ne abbiam visti di pretenziosi, distese ordinate di minuscolo finger food, in locali talmente eleganti che nessuno si sognava di mangiare; ne abbiam visto di velleitari, quasi commoventi in quella speranza di redenzione affidata ad un'idea di sushi dispersa tra patate e wurstel; ne abbiam visti di ingenui, parti di gestori improvvisati, sbagliati nelle quantità, nella qualità e a volte anche nella tempistica; ne abbiam visto di modaioli, troppo eleganti persino per mettere a disposizione dei banali piatti; ne abbiam visto di fraudolenti, festival della maionese ubiqua e del gratinato perenne, e abbiam visto la gente della nostra età riempirsi i piatti più e più volte.

Ne abbiam visti di immangiabili, di scaldati al microonde, di spenti, di inquietanti, di minimal-chic, di furbetti, di truffaldini.

Ne abbiam anche visti di stimolanti, di intelligenti, di onesti, di invitanti, di generosi, di ben studiati, di buon livello.

Siamo diventati esperti delle infinite tipologie di buffet, e dei loro infiniti trucchi. Sappiamo distinguere con pochi colpi d'occhio se la roba che cercano di spacciarci è buona, o se si tratta dei soliti avanzi tagliati male.

Però continuiamo a farci un sacco di ape, nonostante la bassa qualità della roba che c'è in giro.

Tanto possiamo smettere quando vogliamo.

martedì 12 giugno 2007

Milano is (heart)burning - Happy Hour remix


Ci permettiamo una piccola glossa alla pur efficace Milano is burning, nuovo tormentone techno-sociologico lanciato da Radio Dj.

Va bene che la vita a Milano è troppo complicata per descriverla in 4 minuti scarsi di base house, però l'assenza di uno dei cardini della vita Milano style, ovvero il rito dell'aperitivo è inspiegabile e, soprattutto, inscusabile.

Per questo, nel nostro piccolo, ci siam presi l'onere e l'onore di comporre alcuni versi immortali per cantare degnamente cotanta beltà. Ahem:

lunedì aperitivo

martedì aperitivo

mercoledì aperitivo

giovedì aperitivo

venerdì per cambiare aperitivo lungo

mi faccio un negroni

mi faccio un mohito

mi faccio uno sbagliato

mi faccio un daiquiri frozen

mi faccio un cubalibre

mangio all'aperitivo

mi piace la pizza fredda

mi piace l'isalata di riso fredda

mi piace la pasta fredda

è la stessa di ieri, meno male

ho ancora sete

mi bevo una ceres

mi bevo una becks

mi bevo una media

ma no che non sto mischiando

ho ancora fame

mi rimangio la pizza

mi rimangio la pasta

mi mangio anche le patatine le noccioline e i taralli al peperoncino

ho ancora sete

facciamo un giro di chupiti

offre il barista

mica vero che sto mischiando

ho un po' di acidità

digerisco male

ho la gastrite da 6 mesi

non capisco perché

sarà l'aria di milano

[ Nota: heartburn n. bruciore m. di stomaco. ]

giovedì 7 giugno 2007

Recensione su Luna

Con un lievissimo ritardo di appena 2 mesi pubblico anche la deliziosa recensione di Gioia Carozzi, apparsa su Luna di Aprile 2007.

Lo so. A volte mi stupisco anche io della mia velocità.

Però, in compenso, visto che bella foto?

Mi sento di dire, senza alcun tema di smentita, che raramente un pezzo di zenzero è stato ritratto in modo più espressivo.

domenica 29 aprile 2007

Recensione su Il Giornale

(Recensione di Paolo Marchi)

Che dire, questa è stata decisamente una buona settimana!

E dire che l'oroscopo di Vanity me la dava un po' insipida!

venerdì 27 aprile 2007

Segnate sull'agenda: Torino, 14 maggio 2007 h.19,00

Il leone verde Edizioni festeggia 10 anni di vita. Tra le loro pubblicazioni, la bella collana Leggere è un gusto!, imprescindibile per ogni foodie che si rispetti!


Durante la Fiera Internazionale del Libro di Torino, in qualità di autrice del titolo n° 30 della suddetta collana, ovvero In cucina con la maga delle spezie, lunedì 14 maggio, alle ore 19, interverrò alla presentazione: Leggere è un gusto, la tavola dei racconti!

Vi aspetto!

sabato 21 aprile 2007

Psicologia delle masse al buffet (testo minore di scuola freudiana)


Tutto questo girovagare per gli eventi Fuori Salone negli ultimi giorni, mi ha richiamato alla mente un breve studio di uno degli allievi meno conosciuti di Freud, l'ingiustamente sottovalutato Bob O'Fairy, che, infatti, pochi anni dopo lasciò la psicanalisi per dedicarsi all'allevamento di tonni, con la flebile scusa che questi, almeno, non sviluppavano alcun tipo di transfert.

L'ottimo O'Fairy, infatti, ebbe l'idea del famoso studio, quando, alla presentazione di Psicopatologia della vita quotidiana del suo maestro Sigmund Freud, si accorse che, lungi dal prestare attenzione alla spiegazione del testo epocale, la gran parte degli astanti si accalcava al buffet della Sachertorte, spintonando e schiamazzando, tanto da arrecare disturbo ai lavori. Pare addirittura che un esagitato, al momento delle domande, abbia chiesto a Freud se il fatto di non aver ricevuto panna assieme alla sua porzione di Sacher, non avrebbe potuto ingenerare in lui una sorta di nevrosi ansiosa da panna ogni qual volta avesse visto una torta al cioccolato.
Non è nota la risposta di Freud, ma si mormora che abbia fatto cenno a due dei suoi allievi più robusti di picchiarlo all'uscita.

La Psicologia delle masse al buffet di O'Fairy, parte dall'assunto che il cibo in grosse quantità riporti alla luce le pulsioni inconsce all'accumulo, pulsioni legate alla fase orale dello sviluppo, in cui il bambino si percepisce ancora come il centro del mondo. Allo stesso modo, nella folla si attuerebbe una sorta di regressione collettiva in cui la massa diventa un'unico bambino gigante nel pieno sia della fase orale che dell'ora di pranzo, divendo così una creatura difficilmente arginabile, se non a suon di scapellotti.

Inoltre, poiché il bambino-massa si percepisce come una creatura singola, registra l'intero ammontare del cibo a disposizione come destinato a lui. Al tempo stesso, però, percepisce a livello inconscio tutti i singoli componenti: ogni qualvolta qualcuno usufruisce di una singola porzione vive contemporamente il lutto per la perdita di una parte negata a lui e il lutto per la rottura dell'unità bambino-massa.

L'illuminante pamphlet, getta luce sugli oscuri meandri dell'inconscio e sulle pulsioni che solo un tramezzino gratuito o un'assaggio di mousse sanno risvegliare in noi. Avendo assistito a un qualsiasi tasting time, degustazione gratuita o assaggio, è difficile trovare contrastare adeguatamente le parole di O'Fairy. Anzi, viene da chiedersi a quali vette i suoi studi sarebbero potuti arrivare, se non si fosse dato all'ittica.
Ci piace però immaginarlo ancora lì, beato tra i suoi tonni, lontano dalla massa e dalle code al buffet.